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Calabresi, Luigi
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Nome in codice "Anna Bolena"
Ritaglio stampa da «La Repubblica» del 23 maggio 1997. -
Paolo Morando
Testimonianza lasciata da Paolo Morando il 6 novembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Paolo Morando, giornalista trentino, autore del libro "Prima di Piazza Fontana. La prova generale", pubblicato nel 2019 da Laterza, conosce il concittadino Paolo Faccioli nel 2012, e da questo incontro nasce in lui la volontà di approfondire le vicende antecedenti alla strage di Piazza Fontana, in particolare gli attentati del 25 aprile 1969 a Milano, per i quali Faccioli era stato ingiustamente accusato. In questo video, Morando racconta appunto le ricerche che hanno dato corpo al libro e le conclusioni a cui egli è arrivato. Fin dal 1968, a partire almeno da un attentato fallito alla Rinascente di Milano quasi sconosciuto alle cronache, emerge chiaramente la direzione dell’Ufficio Affari Riservati - servizio di intelligence alle dipendenze del Ministero dell’Interno - nella campagna di attentati dinamitardi messi in atto da elementi afferenti all’area veneta del gruppo neofascista Ordine Nuovo per destabilizzare la vita nel Paese, che culmineranno nella strage di Piazza Fontana. Una delle peculiarità degli attentati del 25 aprile 1969 all’interno di questa escalation è che in quest’occasione verrà mobilitata per la prima volta e in grande stile la macchina mediatica per creare un clima “antianarchico”, operazione che verrà ripetuta qualche mese dopo con Piazza Fontana. Anche gli attori principali saranno i medesimi: il direttore dell’Ufficio Politico della Polizia milanese Antonino Allegra identificherà negli anarchici i responsabili dell’attentato la sera stessa, e affiderà le indagini al commissario Luigi Calabresi. A farne le spese saranno alcuni giovani militanti e simpatizzanti, in particolare Paolo Braschi, Angelo Della Savia, Paolo Faccioli, Giuseppe Norscia e Clara Mazzanti, che dovranno affrontare una lunga carcerazione preventiva e soprattutto il peso gravoso di dodici capi d’imputazione per strage prima di venire scagionati nella primavera del 1971. In un primo momento erano state coinvolte anche le coppie Eliane Vincileoni e Giovanni Corradini – che facevano parte di “Materialismo e libertà” –, e Giangiacomo Feltrinelli e Sibilla Melega, a cui si cercava di addebitare il ruolo di dirigenti della presunta cellula terroristica anarchica che secondo gli inquirenti aveva commesso gli attentati. Tra i molti aspetti di questa complessa vicenda, Morando si sofferma anche sui motivi per cui essa è legata a filo doppio con quella di Pino Pinelli e Pietro Valpreda: ad esempio, il giorno della strage di Piazza Fontana Valpreda si trovava a Milano proprio perché era stato convocato in Tribunale per l’istruttoria del processo sugli attentati del 25 aprile, mentre Pinelli dal momento degli arresti si era trovato a investire gran parte delle proprie energie, tramite la neonata Crocenera Anarchica, per fornire aiuto ai giovani incarcerati e denunciare la strategia in atto contro di loro, e che l’avrebbe poi infine travolto. La tragica fine di Pinelli e la forte campagna di controinformazione da essa innescata, contribuiranno a gettare una diversa luce sulle dichiarazioni delle istituzioni e a disseminare interrogativi sulle modalità con cui erano state svolte le indagini sugli attentati dell’aprile 1969, tanto che durante il processo sarà lo stesso pubblico ministero, Antonino Scopellitti, a “smontare” l’istruttoria preparata dal giudice Antonio Amati. -
Quando Anna Bolena cantava in questura
Originale di un articolo di Luciano Lanza inviato per la pubblicazione sul numero del 6 luglio 1997 di «Umanità Nova». L’articolo ricostruisce l’attività di informatore di Enrico Rovelli (nome in codice Anna Bolena) e sottolinea l’interesse particolare per Giuseppe Pinelli mostrato da parte del commissario Calabresi e di Silvano Russomanno. -
Memoriale di Sergio Ardau
Documento di Sergio Ardau in cui ricostruisce le ultime ore passate con Giuseppe Pinelli, a partire dalle ore 19.00 del 12 dicembre 1969 quando egli e Pinelli vennero condotti in Questura dal circolo anarchico di via Scaldasole 5, fino a quando Ardau verrà trasferito al carcere di San Vittore. Dalla sua testimonianza emerge come i poliziotti fossero già convinti, poco dopo lo scoppio della bomba in Piazza Fontana, che l’esecutore dell’attentato fosse Pietro Valpreda. -
Ombre Rosse. Il caso Calabresi
Ritaglio stampa da «L'Espresso» del 9 novembre 1980. Inchiesta sull'omicidio del commissario Luigi Calabresi otto anni prima della riapertura del caso, nel 1988. -
Incriminati Allegra e Calabresi
Ritaglio stampa da «Umanità Nova» del 4 settembre 1971. -
Interrogazione sociolproletaria sul caso Pinelli
Ritaglio stampa da «Il Messaggero» del 29 agosto 1971. -
Amnistia e condono per i reati addebitati ai due funzionari di PS
Ritaglio stampa da «Il Messaggero» del 29 agosto 1971. -
Calabresi dirige i poliziotti durante una manifestazione
Il commissario Luigi Calabresi è ritratto mentre dirige i reparti di polizia in servizio durante una manifestazione. -
Il commissario Calabresi in aula di Tribunale
Il commissario Luigi Calabresi in aula in Tribunale durante un'udienza del processo Calabresi-Lotta Continua. Il commissario aveva querelato la testata "Lotta Continua" per diffamazione in quanto questa aveva avviato una campagna che lo indicava come responsabile materiale della morte di Pinelli. -
Francobollo per Giuseppe Pinelli
Francobollo fittizio in memoria di Giuseppe Pinelli, "defenestrato", dal valore di 0,00 €, creato da alcuni anarchici in risposta alla decisione di Poste Italiane di emettere un francobollo commemorativo per il commissario Luigi Calabresi, il 26 gennaio 2005. -
La squadra dell'Ufficio Politico della Polizia di Stato di Milano
La foto ritrae i principali membri della squadra dell'Ufficio Politico della Questura della Polizia di Stato di Milano. Da sinistra a destra: Vincenzo Putomatti, il vicedirigente Beniamino Zagari, Antonio Allegra, Marcello Giancristofaro e Luigi Calabresi. Non compaiono nella foto gli altri componenti: Antonio Pagnozzi, Edmondo Lavitola, Raffaele Valentini e Pasquale Diogene. -
Calabresi fu linciato e Cederna contribuì
Ritaglio stampa da «La Repubblica» del 14 gennaio 2005. -
Zublena e Calabresi vengono incriminati
Ritaglio stampa da «Il Giorno» del 5 maggio 1971. -
Gabriele Fuga
Testimonianza lasciata da Gabriele Fuga il 18 giugno 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Fuga ricorda e ripercorre il lungo lavoro di inchiesta svolto insieme a Enrico Maltini, che ha portato alla pubblicazione del libro "Pinelli, la finestra è ancora aperta" (Colibrì, 2014), in cui per la prima volta si è fatta luce sul ruolo avuto dall'Ufficio Affari Riservati nella stragia della tensione in generale e nelle indagini sulla strage di Piazza Fontana in particolare, compreso l'interrogatorio durante cui Giuseppe Pinelli perderà la vita. È proprio sulla minuziosa ricostruzione di quanto è avvenuto negli ultimi momenti di quell'interrogatorio, la notte del 15 dicembre 1969, che si concentra gran parte della testimonianza. -
Il «caso» Pinelli archiviato torna alla ribalta in Tribunale
Ritaglio stampa da "Avanti!" del 10 ottobre 1970 -
Archiviato il caso Pinelli
Ritaglio stampa da "Avanti!" del 7 luglio 1970 -
Un processo pubblico per la morte di Pinelli
Ritaglio stampa da "Avanti!" del 7 maggio 1970 -
Caso Pinelli: inchiesta a Milano
Ritaglio stampa da "Il Resto del Carlino" del 27 agosto 1971. Articolo relativo all'emissione di avvisi di reato nei confronti di Antonino Allegra e Luigi Calabresi, nel corso dell'inchiesta avviata in seguito alla denuncia per omicidio volontario e sequestro di persona presentata da Licia Pinelli il 24 giugno 1971. -
Cesare Vurchio
Testimonianza di Cesare Vurchio, raccolta per il documentario "Quando l'anarchia verrà", pubblicato nel 2009. Cesare Vurchio è stato compagno di militanza di Giuseppe Pinelli nel gruppo anarchico "Bandiera Nera" e in seguito fu tra i fondatori del Centro Studi Libertari. Cesare racconta dell'attività politica con Pinelli, dell'amicizia, del rapporto tra Pino e il commissario Calabresi, fino agli ultimi tragici giorni della vita di Giuseppe Pinelli. -
Amati: un altro giudice al di sopra di ogni sospetto
Ritaglio stampa da "Lotta Continua", del 26 giugno 1971. Articolo in cui si tratta della figura del giudice Antonio Amati e delle sue attività relative ai fatti di Piazza Fontana e la morte di Pinelli (indicazione della "pista anarchica" ai magistrati, archiviazione dell'inchiesta per la morte di Pinelli come suicidio, ecc.).