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2019-09-21
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Antonio Pedone
Testimonianza lasciata da Antonio Pedone il 21 settembre 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Antonio Pedone, originario di Torre del Greco, racconta di come venne a conoscenza della strage di Piazza Fontana e del senso di disorientamento prodotto da questa notizia e dalle accuse agli anarchici. Nonostante gli anarchici di Torre del Greco fossero molto attivi, conosciuti e godessero di buona reputazione presso la cittadinanza, nell'immediatezza dei fatti si produsse nei loro confronti un clima di diffidenza, che comportò anche la perdita della sede dove essi si riunivano in quanto il proprietario temeva ripercussioni. -
Edy Zarro
Testimonianza lasciata da Edy Zarro il 21 settembre 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Edy Zarro, originario del Cantone dei Grigioni in Svizzerae tra i fondatori della casa editrice ticinese "La Baronata", racconta del suo avvicinamento alle idee e al movimento anarchico e della ricezione dei fatti di Piazza Fontana e della morte di Pinelli nel suo Paese. In particolare, ricorda come "Il Dovere", quotidiano del Partito Liberale Radicale Ticinese, avesse condotto una lunga campagna sugli sviluppi della strategia della tensione in Italia, sottolineando il tentativo di dare corso a una svolta autoritaria e documentando gli appoggi avuti dai neofascisti per l'organizzazione degli attentati, il depistaggio delle indagini e, in vari casi, per la fuga all'estero. Anche la fondazione della casa editrice "La Baronata" viene influenzata dalla situazione italiana: oltre agli scopi di ricerca e diffusione del pensiero anarchico e libertario, è ben presente l'idea che essa poteva svolgere il ruolo di polo d'aggregazione e di "porto franco" qualora in Italia avesse avuto luogo un colpo di stato o un'involuzione autoritaria. -
Massimo Ortalli
Testimonianza lasciata da Massimo Ortalli il 21 settembre 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Massimo Ortalli, imolese e storico militante della Federazione Anarchica Italiana, racconta di aver appreso della strage di Piazza Fontana mentre si trovava a Bologna come studente. Il movimento anarchico, sia a Bologna sia a Imola, reagì con un certo smarrimento alla notizia e si produsse un clima di attesa, che si spezzò solo con la morte di Pinelli. A quel punto divenne chiaro a molti che stava venendo portata avanti una montatura contro gli anarchici dietro cui si celava un disegno autoritario, e cominciarono le mobilitazioni. Un episodio particolare ricordato da Ortalli è quello di Spartaco Borghi e Cesare Fuochi, che all'indomani della strage si misero a passeggiare tranquillamente per le strade di Imola, per comunicare alla cittadinanza che non c'era niente da temere e che gli anarchici erano completamente estranei ai fatti di Milano.