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Valpreda, Pietro
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Ugo Zavanella Testimonianza lasciata da Ugo Zavanella il 9 novembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Ugo Zavanella, anarchico mantovano, è stato tra gli autori della celebre "Ballata dell’anarchico Pinelli", insieme a Flavio Lazzarini, Dado Mora e Giancorrado Barozzi. In questo video egli racconta la genesi della “Ballata”, pensata come strumento di controinformazione contro la pesante campagna mediatica che si stava scatenando contro gli anarchici all’indomani della strage di Piazza Fontana, additati come responsabili dell’attentato e dipinti come personaggi sanguinari e grotteschi, Pietro Valpreda in primis. La sera dopo i funerali di Pino Pinelli, a cui Zavanella e Lazzarini avevano partecipato di persona, i quattro si trovarono perciò al circolo “Gaetano Bresci” di Mantova e diedero origine alla prima stesura della canzone sulle note de “Il feroce monarchico Bava”, canto anarchico di fine Ottocento che ricordava i moti del pane del 1898 a Milano, “sedati” a colpi di cannone dal generale Bava Beccaris. La “Ballata” riscosse successo negli ambienti di sinistra mantovani – che pure in un primo momento avevano in parte ceduto al clima di sospetto verso gli anarchici – e si diffuse velocemente nel resto del Paese, accompagnando i volantini, le inchieste e tutte le iniziative che riusciranno poi ad affermare la verità che Pinelli non si era suicidato, che Valpreda era innocente e che la strage era di Stato.
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Paolo Morando Testimonianza lasciata da Paolo Morando il 6 novembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Paolo Morando, giornalista trentino, autore del libro "Prima di Piazza Fontana. La prova generale", pubblicato nel 2019 da Laterza, conosce il concittadino Paolo Faccioli nel 2012, e da questo incontro nasce in lui la volontà di approfondire le vicende antecedenti alla strage di Piazza Fontana, in particolare gli attentati del 25 aprile 1969 a Milano, per i quali Faccioli era stato ingiustamente accusato. In questo video, Morando racconta appunto le ricerche che hanno dato corpo al libro e le conclusioni a cui egli è arrivato. Fin dal 1968, a partire almeno da un attentato fallito alla Rinascente di Milano quasi sconosciuto alle cronache, emerge chiaramente la direzione dell’Ufficio Affari Riservati - servizio di intelligence alle dipendenze del Ministero dell’Interno - nella campagna di attentati dinamitardi messi in atto da elementi afferenti all’area veneta del gruppo neofascista Ordine Nuovo per destabilizzare la vita nel Paese, che culmineranno nella strage di Piazza Fontana. Una delle peculiarità degli attentati del 25 aprile 1969 all’interno di questa escalation è che in quest’occasione verrà mobilitata per la prima volta e in grande stile la macchina mediatica per creare un clima “antianarchico”, operazione che verrà ripetuta qualche mese dopo con Piazza Fontana. Anche gli attori principali saranno i medesimi: il direttore dell’Ufficio Politico della Polizia milanese Antonino Allegra identificherà negli anarchici i responsabili dell’attentato la sera stessa, e affiderà le indagini al commissario Luigi Calabresi. A farne le spese saranno alcuni giovani militanti e simpatizzanti, in particolare Paolo Braschi, Angelo Della Savia, Paolo Faccioli, Giuseppe Norscia e Clara Mazzanti, che dovranno affrontare una lunga carcerazione preventiva e soprattutto il peso gravoso di dodici capi d’imputazione per strage prima di venire scagionati nella primavera del 1971. In un primo momento erano state coinvolte anche le coppie Eliane Vincileoni e Giovanni Corradini – che facevano parte di “Materialismo e libertà” –, e Giangiacomo Feltrinelli e Sibilla Melega, a cui si cercava di addebitare il ruolo di dirigenti della presunta cellula terroristica anarchica che secondo gli inquirenti aveva commesso gli attentati. Tra i molti aspetti di questa complessa vicenda, Morando si sofferma anche sui motivi per cui essa è legata a filo doppio con quella di Pino Pinelli e Pietro Valpreda: ad esempio, il giorno della strage di Piazza Fontana Valpreda si trovava a Milano proprio perché era stato convocato in Tribunale per l’istruttoria del processo sugli attentati del 25 aprile, mentre Pinelli dal momento degli arresti si era trovato a investire gran parte delle proprie energie, tramite la neonata Crocenera Anarchica, per fornire aiuto ai giovani incarcerati e denunciare la strategia in atto contro di loro, e che l’avrebbe poi infine travolto. La tragica fine di Pinelli e la forte campagna di controinformazione da essa innescata, contribuiranno a gettare una diversa luce sulle dichiarazioni delle istituzioni e a disseminare interrogativi sulle modalità con cui erano state svolte le indagini sugli attentati dell’aprile 1969, tanto che durante il processo sarà lo stesso pubblico ministero, Antonino Scopellitti, a “smontare” l’istruttoria preparata dal giudice Antonio Amati.
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Memoriale di Sergio Ardau Documento di Sergio Ardau in cui ricostruisce le ultime ore passate con Giuseppe Pinelli, a partire dalle ore 19.00 del 12 dicembre 1969 quando egli e Pinelli vennero condotti in Questura dal circolo anarchico di via Scaldasole 5, fino a quando Ardau verrà trasferito al carcere di San Vittore. Dalla sua testimonianza emerge come i poliziotti fossero già convinti, poco dopo lo scoppio della bomba in Piazza Fontana, che l’esecutore dell’attentato fosse Pietro Valpreda.
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"Da oltre due mesi, in moltissime città, si sono tenute assemblee come questa" Bozza di un intervento di Luciano Lanza per le iniziative di "processo popolare allo Stato italiano", tenute all'inizio del 1981 in seguito alla richiesta della condanna all'ergastolo per Valpreda nel corso del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana, fatta sulla base della teoria degli "opposti estremismi".
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"Quale significato ha processare lo stato?" Bozza di un intervento di Luciano Lanza per l'iniziativa di "processo popolare allo Stato italiano", tenuta il 25 gennaio 1981 al cinema Anteo.
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"Questa sentenza è la conferma di cos'è la giustizia di stato" Bozza dell'intervento di Luciano Lanza per la conferenza stampa organizzata dal circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" nel marzo 1981 in occasione della sentenza del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana, in cui tutti gli imputati (sia Valpreda sia i neofascisti) vengono assolti dal reato di strage per insufficienza di prove.
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"Il pesante silenzio che circonda il processo di Catanzaro" Bozza dell'intervento di Luciano Lanza per la conferenza stampa organizzata dal circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" in occasione della richiesta della condanna all'ergastolo per Pietro Valpreda durante il processo d'appello per la strage di Piazza Fontana.
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Comunicato del "Ponte della Ghisolfa" sulla richiesta di ergastolo per Valpreda Bozza di un comunicato realizzato per la conferenza stampa organizzata dal circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" in occasione della richiesta della condanna all'ergastolo per Pietro Valpreda durante il processo d'appello per la strage di Piazza Fontana.
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"Muore 15° vittima il 16/12/1969" Appunti manoscritti di Luciano Lanza per la stesura del libro "Bombe e Segreti". Appunti vari relativi al governo italiano e ai principali partiti nei giorni della strage, sull'arresto e scarcerazione di Valpreda, su incriminazione e condanne di Freda e altro ancora.|[Nota: è possibile che la prima pagina di appunti non sia conservata nell'archivio]
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Tutti Assolti. Sentenza choc per la strage di piazza Fontana Ritaglio stampa dal «Corriere d'Informazione» del 20 marzo 1981. Prima pagina del giornale che annuncia la sentenza del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana a Catanzaro: tutti gli imputati sono assolti dal reato di strage per insufficienza di prove.
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Pietro Valpreda e Luciano Lanza al circolo "Ponte della Ghisolfa" Pietro Valpreda e Luciano Lanza ritratti durante una conferenza stampa presso il circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" dopo la sentenza del processo d'appello a Catanzaro per la strage di Piazza Fontana: tutti gli imputati, sia Valpreda sia i neofascisti, vengono assolti dall'accusa di strage.
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Pietro Valpreda davanti a uno striscione Pietro Valpreda ritratto davanti a uno striscione di protesta contro la sua condanna. Il 12 dicembre 1980, durante il processo di appello per la strage di piazza Fontana, tenutosi a Catanzaro, il PM chiede per Valpreda la condanna all'ergastolo con l'accusa di strage. Con la sentenza del 20 marzo 1981 Valpreda verrà prosciolto dal reato di strage e condannato insieme a Mario Merlino per associazione a delinquere.
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Pietro Valpreda, Licia Pinelli ed Enrico Maltini al Circolo "Ponte della Ghisolfa" Da sinistra Licia Pinelli, Enrico Maltini e Pietro Valpreda ritratti durante un'iniziativa al Circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" di Milano.
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Pietro Valpreda, Roberto Gargamelli, Mario Merlino in aula di Tribunale Da sinistra, Mario Merlino, Roberto Gargamelli, Pietro Valpreda durante il processo di primo grado per la strage di Piazza Fontana.
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Pietro Valpreda in aula di Tribunale Pietro Valpreda in aula durante il processo per la strage di piazza Fontana
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Militante di Lotta Continua durante una manifestazione Processo strage di Piazza Fontana Un militante di Lotta Continua vende il giornale con il titolo "Processo Valpreda" durante una manifestazione.
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Sciopero della fame Sciopero della fame portato avanti da alcuni anarchici a Roma, in contemporanea con le proteste a Milano, per sollecitare il processo degli anarchici arrestati e ingiustamente accusati per gli attentati del 25 aprile 1969 a Milano. Nella foto, in basso da sinistra: ignoto, Enrico Di Cola, Pietro Valpreda, Roberto Gargamelli.
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Pietro Valpreda e Camilla Cederna Pietro Valpreda ritratto insieme a Camilla Cederna.
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Pietro Valpreda Pietro Valpreda con la bandiera anarchica durante una manifestazione
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Pietro Valpreda in Piazza Fontana Pietro Valpreda in piazza Fontana davanti alla lapide in memoria di Giuseppe Pinelli
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Pietro Valpreda, Mario Capanna e Dario Fo in Tribunale Pietro Valpreda (s), Mario Capanna (c) e Dario Fo (d) nell'aula bunker di Milano per la seconda udienza del settimo processo per la strage di Piazza Fontana.
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Pietro Valpreda e Luciano Lanza al circolo "Ponte della Ghisolfa" Pietro Valpreda e Luciano Lanza ritratti durante la conferenza stampa tenutasi presso il circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" all'indomani della richiesta della condanna all'ergastolo per Valpreda, Freda, Ventura, Giannettini e Merlino durante il processo d'appello per la strage di Piazza Fontana a Catanzaro.
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Massimo Varengo e Mariella Bernardini Testimonianza lasciata da Massimo Varengo e Mariella Bernardini l'11 settembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Massimo e Mariella raccontano la propria "storia militante", iniziata in ambito studentesco e continuata poi nel contesto universitario milanese, in particolare al Politecnico e all'Accademia di Brera. Dopo l'assassinio di Pinelli e l'arresto di Pietro Valpreda, ingustamente accusato di aver eseguito la strage di Piazza Fontana, si dedicano con particolare impegno alla campagna per la liberazione di quest'ultimo e alla controinformazione sulla "strage di Stato". Le campagne avranno il loro effetto sull'opinione pubblica e saranno tra i fattori che porteranno alla scarcerazione di Valpreda, se pure in regime di libertà provvisoria, nel 1972. La controinformazione non veniva effettuata solo dai militanti milanesi, ma da una rete anarchica diffusa, di cui vengono ricordati in particolare Antonio Cardella di Palermo, uno dei fondatori del Comitato Politico-Giuridico di Difesa. L'attività controinformativa di Mariella e Massimo proseguirà seguendo altri casi di eclatanti "ingiustizie di Stato" (come quelli di Giovanni Marini e Franco Serantini), strutturandosi nel Comitato Anarchico di Difesa della Federazione Anarchica Italiana.
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Parla la zia Rachele Ritaglio stampa da «Vie Nuove» del 19 aprile 1970.
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Valpreda minaccia lo sciopero della fame Ritaglio stampa da «L'Unità» del 5 ottobre 1971.