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Ufficio Affari Riservati
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Nome in codice "Anna Bolena"
Ritaglio stampa da «La Repubblica» del 23 maggio 1997. -
"Anna Bolena". Appunto per il dott. Russomanno
Fotocopia di un documento dell'Ufficio Affari Riservati diretto a Silvano Russomanno, in cui si comunicano alcune rivelazioni fatte dall'informatore "Anna Bolena" (Enrico Rovelli) circa alcune attività del circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa", ai rapporti con un gruppo denominato "La Vecchia Talpa" e ad alcune decisioni interne. Si specifica che tali rivelazioni sono state comunicate anche alla Questura milanese. -
Quando Anna Bolena cantava in questura
Originale di un articolo di Luciano Lanza inviato per la pubblicazione sul numero del 6 luglio 1997 di «Umanità Nova». L’articolo ricostruisce l’attività di informatore di Enrico Rovelli (nome in codice Anna Bolena) e sottolinea l’interesse particolare per Giuseppe Pinelli mostrato da parte del commissario Calabresi e di Silvano Russomanno. -
1969, quando le piste erano rosse
Ritaglio stampa dal «Corriere della Sera» del 26 giugno 1997. Recensione del libro "Bombe e segreti" di Luciano Lanza e "Piazza Fontana. La verità su una strage" di Fabrizio Calvi e Frédéric Laurent. -
La Squadra 54: i «depistatori di Stato» all'opera nella Milano di piazza Fontana
Ritaglio stampa dal «Corriere della Sera» del 18 marzo 1998. Articolo sulla cosiddetta "Squadra 54", composta da quattro agenti dell'Ufficio Affari Riservati (tra cui Alduzzi e Russomanno), con il compito di depistare le indagini sulla strage di Piazza Fontana avvallando la "pista anarchica". Al momento della morte di Pinelli questi agenti si trovavano nella Questura di Milano, ma la loro presenza verrà resa nota solo con il ritrovamento delle carte dell'Ufficio Affari Riservati alla metà degli anni Novanta. -
Inamovibile Russomanno combattente del “Terzo Reich”
Ritaglio stampa dal «Bollettino di controinformazione democratica» del 2 giugno 1974. È evidenziato in particolare un articolo riguardante Silvano Russomanno e la sua carriera all’interno dei servizi segreti, nonostante la sua passata adesione ad un battaglione delle SS, in cui combattè dal 1943 al 1945. -
Gabriele Fuga
Testimonianza lasciata da Gabriele Fuga il 18 giugno 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Fuga ricorda e ripercorre il lungo lavoro di inchiesta svolto insieme a Enrico Maltini, che ha portato alla pubblicazione del libro "Pinelli, la finestra è ancora aperta" (Colibrì, 2014), in cui per la prima volta si è fatta luce sul ruolo avuto dall'Ufficio Affari Riservati nella stragia della tensione in generale e nelle indagini sulla strage di Piazza Fontana in particolare, compreso l'interrogatorio durante cui Giuseppe Pinelli perderà la vita. È proprio sulla minuziosa ricostruzione di quanto è avvenuto negli ultimi momenti di quell'interrogatorio, la notte del 15 dicembre 1969, che si concentra gran parte della testimonianza. -
Adriano Sofri
Testimonianza lasciata da Adriano Sofri il 19 marzo 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Marcello Flores. Adriano Sofri affronta una riflessione sulle conseguenze che la strage di Piazza Fontana, la morte di Pinelli e i successivi attentati hanno avuto sul modo di pensare della gente e sulle modalità di azione dei militanti politici. Questo si è ad esempio concretizzato nella creazione di una corrente sempre più "specializzata" di attivismo politico, che prenderà il nome di "controinformazione", dedicata a indagare in maniera indipendente sui fatti e a sottoporre a critica le ricostruzioni e le informazioni provenienti dagli ambini istituzionali. Dall'altro lato si è anche prodotto un diffuso senso di sfiducia nei confronti delle autorità e di costante allerta nei confronti di possibili cospirazioni, che in alcuni casi è potuto sfociare nell'eccesso della sopravvalutazione di volontà cospiratorie o dell'effettiva estensione di complotti e depistaggi. Tuttavia, grazie anche a questo incessante lavoro, si è arrivati oggi, secondo Sofri, a una situazione in cui non è possibile indagare oltre, ovvero dove i fatti della strategia della tensione, i depistaggi avvenuti, gli autori degli attentati sono noti ed è possibile raggiungere un notevole livello di comprensione di ciò che è avvenuto.