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Strage di Stato
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"Da oltre due mesi, in moltissime città, si sono tenute assemblee come questa"
Bozza di un intervento di Luciano Lanza per le iniziative di "processo popolare allo Stato italiano", tenute all'inizio del 1981 in seguito alla richiesta della condanna all'ergastolo per Valpreda nel corso del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana, fatta sulla base della teoria degli "opposti estremismi". -
"Dieci anni fa, chinando le nostre bandiere sulla tomba di Giuseppe Pinelli, promettemmo di continuare la lotta"
Bozza scritta da Luciano Lanza per un intervento o un articolo in occasione del decimo anniversario dell'assassinio di Giuseppe Pinelli. -
"Quale significato ha processare lo stato?"
Bozza di un intervento di Luciano Lanza per l'iniziativa di "processo popolare allo Stato italiano", tenuta il 25 gennaio 1981 al cinema Anteo. -
"Questa sentenza è la conferma di cos'è la giustizia di stato"
Bozza dell'intervento di Luciano Lanza per la conferenza stampa organizzata dal circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" nel marzo 1981 in occasione della sentenza del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana, in cui tutti gli imputati (sia Valpreda sia i neofascisti) vengono assolti dal reato di strage per insufficienza di prove. -
"Il pesante silenzio che circonda il processo di Catanzaro"
Bozza dell'intervento di Luciano Lanza per la conferenza stampa organizzata dal circolo anarchico "Ponte della Ghisolfa" in occasione della richiesta della condanna all'ergastolo per Pietro Valpreda durante il processo d'appello per la strage di Piazza Fontana. -
"La pista tricolore"
Manifesto realizzato dall'OAT (Organizzazione Anarchica Triveneta) nei primi anni Settanta. Il manifesto fa parte della campagna di controinformazione sulla Strage di Stato e per l'innocenza degli anarchici accusati della strage di Piazza Fontana: Valpreda, Borghese, Gargamelli. Primo manifesto serigrafato presso il circolo anarchico "Nestor Machno" di via dei mutilati del lavoro 23 a Marghera. -
Manifesto Comitato Anarchico di Controinformazione
Manifesto realizzato dal Comitato Anarchico di Controinformazione sulla Strage di Stato in cui, avendo identificato in Freda e Ventura gli esecutori materiali della strage di Piazza Fontana, si chiede di fare luce sulle responsabilità di alte cariche dello Stato. -
Luigi Manconi
Testimonianza lasciata da Luigi Manconi il 13 luglio 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Luigi Manconi ripercorre e ricostruisce le prime faticose fasi delle inchieste per la verità sulla strage di Piazza Fontana e sulla morte di Pinelli. Mentre alcune parti del movimento (come alcuni esponenti del Movimento Studentesco) non escludevano la possibilità di un coinvolgimento degli anarchici negli attentati, e quindi recepivano in qualche misura la narrazione ufficiale dei fatti a cui gran parte dei media si era immediatamente allineata, altri, come Lotta Continua (cui Manconi aderiva) e alcuni importanti giornalisti (vengono ricordati Silvana Mazzocchi, Marco Nozza, Guido Nozzoli, Corrado Stajano, Camilla Cederna, Marco Sassano, Marco Fini, Massimo Fini, Piero Scaramucci) si rendevano subito conto delle incongruenze e stonature che essa presentava e si attivavano per indagare il più a fondo possibile. Un altro importante gruppo di persone che si espose contro la "pista anarchica" e per aiutare la famiglia Pinelli fu quello degli assistenti e studenti dell'Università Cattolica vicini all'area dei "cattolici del dissenso" (di cui si ricordano Bruno Manghi, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Luisa Muraro, Marino Livolsi, Roberto Moscati) legati a Licia (e Pino) da un rapporto di amicizia personale scaturito dalla sua attività di battere a macchina i manoscritti dei loro testi accademici. Manconi partecipò ai funerali di Giuseppe Pinelli, dove ricorda di aver ascoltato per la prima volta l'ormai celebre canzone "Ballata per l'anarchico Pinelli", intonata da un gruppo di anarchici mantovani (Ugo Zavanella, Giancorrado Barozzi, Dado Mora) che l'avevano composta nell'immediatezza dei fatti. Furono presenti alla tumulazione alcuni importanti intellettuali dell'epoca, come Vittorio Sereni, Franco Fortini, Giorgio Cesarano, Marco Forti, Giovanni Raboni. L'ultima tappa del racconto di Manconi, anche se certo non l'ultima del suo coinvolgimento e impegno nelle campagne di controinformazione per la verità sulla strage e sulla strategia della tensione, è l'incontro con Marco Ligini avvenuto insieme a Piero Scaramucci, da cui scaturirà la collaborazione al libro-inchiesta "La strage di Stato", per il quale scriverà a quattro mani (con Piero) la parte su Giuseppe Pinelli. Il libro, uscito a soli sei mesi dai fatti del dicembre 1969, avrà un successo dirompente presso l'opinione pubblica e la tesi centrale che esso sosteneva, ovvero il diretto coinvolgimento di alcuni settori e apparati dello Stato negli attentati e nel depistaggio delle indagini, troverà dopo molti anni una conferma ufficiale. La strage di Piazza Fontana e la morte di Pinelli, avvenuta mentre si trovava illegalmente in stato di fermo all'interno di una struttura dello Stato, hanno rappresentato per Manconi il momento della "perdita dell'innocenza" per i movimenti del '68-'69; nonostante lo scontro con la vecchia società per il cambiamento presentasse già da entrambe le parti alcuni aspetti di crudezza, egli identifica in quei fatti il momento emblematico della presa di coscienza che quella lotta veniva condotta dal potere al di fuori di qualsiasi limite o mediazione. -
Massimo Varengo e Mariella Bernardini
Testimonianza lasciata da Massimo Varengo e Mariella Bernardini l'11 settembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Massimo e Mariella raccontano la propria "storia militante", iniziata in ambito studentesco e continuata poi nel contesto universitario milanese, in particolare al Politecnico e all'Accademia di Brera. Dopo l'assassinio di Pinelli e l'arresto di Pietro Valpreda, ingustamente accusato di aver eseguito la strage di Piazza Fontana, si dedicano con particolare impegno alla campagna per la liberazione di quest'ultimo e alla controinformazione sulla "strage di Stato". Le campagne avranno il loro effetto sull'opinione pubblica e saranno tra i fattori che porteranno alla scarcerazione di Valpreda, se pure in regime di libertà provvisoria, nel 1972. La controinformazione non veniva effettuata solo dai militanti milanesi, ma da una rete anarchica diffusa, di cui vengono ricordati in particolare Antonio Cardella di Palermo, uno dei fondatori del Comitato Politico-Giuridico di Difesa. L'attività controinformativa di Mariella e Massimo proseguirà seguendo altri casi di eclatanti "ingiustizie di Stato" (come quelli di Giovanni Marini e Franco Serantini), strutturandosi nel Comitato Anarchico di Difesa della Federazione Anarchica Italiana. -
Adriano Sofri
Testimonianza lasciata da Adriano Sofri il 19 marzo 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Marcello Flores. Adriano Sofri affronta una riflessione sulle conseguenze che la strage di Piazza Fontana, la morte di Pinelli e i successivi attentati hanno avuto sul modo di pensare della gente e sulle modalità di azione dei militanti politici. Questo si è ad esempio concretizzato nella creazione di una corrente sempre più "specializzata" di attivismo politico, che prenderà il nome di "controinformazione", dedicata a indagare in maniera indipendente sui fatti e a sottoporre a critica le ricostruzioni e le informazioni provenienti dagli ambini istituzionali. Dall'altro lato si è anche prodotto un diffuso senso di sfiducia nei confronti delle autorità e di costante allerta nei confronti di possibili cospirazioni, che in alcuni casi è potuto sfociare nell'eccesso della sopravvalutazione di volontà cospiratorie o dell'effettiva estensione di complotti e depistaggi. Tuttavia, grazie anche a questo incessante lavoro, si è arrivati oggi, secondo Sofri, a una situazione in cui non è possibile indagare oltre, ovvero dove i fatti della strategia della tensione, i depistaggi avvenuti, gli autori degli attentati sono noti ed è possibile raggiungere un notevole livello di comprensione di ciò che è avvenuto. -
Enrico Maltini
Testimonianza di Enrico Maltini, raccolta il 15 febbraio 2014 per il documentario "Il segno del capro" (di Fabiana Antonioli, prodotto da FILMIKA). Enrico Maltini racconta del suo avvicinamento al movimento anarchico attraverso il circolo "Wilhelm Reich" prima e il "Sacco e Vanzetti" poi, la conoscenza di Giuseppe Pinelli e Cesare Vurchio, la conferenza stampa degli anarchici immediatamente successiva alla morte di Pinelli dove è stato coniato lo slogan "Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di Stato". -
Elis Fraccaro
Testimonianza lasciata da Elis Fraccaro il 16 settembre 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Elis Fraccaro racconta delle attività del movimento anarchico successivamente alla morte di Giuseppe Pinelli e alle false accuse verso gli anarchici di essere i responsabili degli attentati. La campagna di controinformazione per la verità sulla strage di Piazza Fontana, la campagna per la scarcerazione di Valpreda, le attività della Crocenera Anarchica (fondata nel 1969 da Pinelli, Amedeo Bertolo e Umberto del Grande) riguardanti anche il sostegno agli altri anarchici ingiustamente incarcerati per gli attentati del 25 aprile 1969, le origini del termine "strage di Stato" per inquadrare il significato degli attentati.