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Obiezione di coscienza
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Scarcerati i tre obiettori
Ritaglio stampa da «Corriere d'Informazione» del 10 maggio 1971. -
Pinelli a Turroni su iniziative obiezione di coscienza
Lettera di Giuseppe Pinelli a Pio Turroni, 28 febbraio 1966. Circolare firmata da Amedeo Bertolo e Pinelli. Resoconto delle attività portate avanti da Gioventù Libertaria sul'obiezione di coscienza e richiesta di fondi. -
Pinelli a Turroni su obiezione di coscienza Susini e notizie varie movimento
Lettera di Giuseppe Pinelli a Pio Turroni, 9 gennaio 1966. Iniziativa sull'obiezione di coscienza con Antonio Susini a Milano e Roma. Discussione accettazione Chicco Gerli in gruppo Gioventù Libertaria e menzione allontanamento da "Materialismo e Libertà". Viene rimarcata la non adesione a FAI e FAGI. -
Pinelli a Turroni su non adesione FAI e conferenza obiezione di coscienza
Lettera di Giuseppe Pinelli a Pio Turroni, 2 gennaio 1966. Viene rimarcato che Gioventù Libertaria non aderisce né alla FAI (Federazione Anarchica Italiana), né alla FAGI (Federazione Anarchica Giovanile Italiana). Visita Turroni a Milano in programma. Conferenza stampa Antonio Susini su sua obiezione di coscienza il 6 gennaio 1966. -
Pinelli a Turroni su obiezione di coscienza Ivo Della Savia
Lettera di Giuseppe Pinelli a Pio Turroni, ottobre 1965. Notizia inizio processo a carico di Ivo Della Savia il 22 ottobre e richiesta di diffusione. Richiesta materiali e libri. -
Fabio Stoppani
Testimonianza lasciata da Fabio Stoppani il 4 luglio 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Stoppani racconta di Pinelli attraverso i ricordi del padre Pietro. Cominciarono a frequentarsi nel quadro dell'obiezione di coscienza alla leva militare, tematica trasversale al mondo anarchico, pacifista e anche cattolico, che portava a un intreccio di relazioni tra personalità diverse, tra cui Giuseppe Gozzini, Giorgio Viola, Ivo Della Savia. A questo si aggiunse il comune impegno contro gli armamenti nucleari e l’appoggio ai Provos e ai giovani di Mondo Beat. Stoppani ripercorre gli eventi che hanno maggiormente segnato il rapporto d'amicizia del padre con Pino Pinelli (quest'ultimo gli confidò che qualcuno cercava di sabotare il suo lavoro in ferrovia per accusarlo di manomissioni e attentati) o la gestione non facile di un capanno rurale a Cunardo (frequentato anche da Pino) che verrà citato nel corso dei processi per gli attentati del 25 aprile 1969 e per la strage di Piazza Fontana. Fabio Stoppani conclude la testimonianza con propri ricordi personali, legati alla partecipazione ai funerali di Pinelli il 20 dicembre 1969 e soprattutto al corteo indetto dagli anarchici il 12 dicembre 1970, primo anniversario della strage di Piazza Fontana, per affermare l’innocenza di Pinelli, Valpreda e degli altri anarchici accusati della strage. Stoppani militava con Saverio Saltarelli in Rivoluzione Comunista (comunisti internazionalisti) che appoggiò gli anarchici nella loro manifestazione. Nel corso degli scontri che seguirono alle cariche immotivate di polizia e carabinieri, perse la vita Saltarelli, colpito a morte da un lacrimogeno lanciato ad altezza uomo. Gli eventi di quel 12 dicembre 1970 avvennero pochi giorni dopo il tentato golpe di Valerio Junio Borghese (7-8 dicembre) che venne tenuto segreto (il pubblico ne sarà messo a conoscenza solo alcuni mesi dopo) e ne furono la diretta conseguenza: l’insieme dei partiti parlamentari, nel silenziare e reprimere la più che legittima protesta anarchica vollero dimostrare ai sostenitori del “partito del golpe” di “sapere controllare la piazza”, come e meglio dei golpisti stessi. -
(Pietro Pinna ricorda Giuseppe Pinelli)
Ritaglio stampa da "Azione Nonviolenta", numero di febbraio-marzo 1970. Lettera in cui Pietro Pinna ricorda Pinelli ed esprime perplessità sulla dinamica della sua morte. -
L'amico Pinelli
Ritaglio stampa da "Azione Nonviolenta", numero di febbraio-marzo 1970. Lettera in cui Giuseppe Gozzini ricorda Pinelli ed esprime dubbi sulle dichiarazioni ufficiali in merito alla sua morte e alle accuse di complicità nella strage di Piazza Fontana. -
Paola Ciardella
Testimonianza lasciata da Paola Ciardella Gozzini il 13 ottobre 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Paola Ciardella ripercorre i rapporti intercorsi tra lei e il marito Giuseppe Gozzini con Giuseppe Pinelli. Punto d'incontro tra il cattolico Gozzini e l'anarchico Pinelli è l'obiezione di coscienza alla leva. Paola racconta anche il cambiamento di percezione nella vita quotidiana avuto in seguito alla strage di Piazza Fontana, e le immediate reazioni per difendere l'innocenza degli anarchici falsamente accusati. -
Roberto Moscati
Testimonianza lasciata da Roberto Moscati il 14 novembre 2017. Moscati, all'epoca dei fatti studente e assistente presso l'Università Cattolica di Milano, in seguito docente di Sociologia presso diverse università italiane, racconta dell'incontro con Pino Pinelli, la loro amicizia, il comune attivismo nel movimento per l'obiezione di coscienza alla leva. Al momento della morte di Pino, Moscati si trovava negli Stati Uniti, e ci parla un po' della ricezione delle notizie dall'Italia in un momento in cui negli Stati Uniti era fortissima la mobilitazione civile contro la guerra in Vietnam.