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Controinformazione
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Ugo Zavanella
Testimonianza lasciata da Ugo Zavanella il 9 novembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Ugo Zavanella, anarchico mantovano, è stato tra gli autori della celebre "Ballata dell’anarchico Pinelli", insieme a Flavio Lazzarini, Dado Mora e Giancorrado Barozzi. In questo video egli racconta la genesi della “Ballata”, pensata come strumento di controinformazione contro la pesante campagna mediatica che si stava scatenando contro gli anarchici all’indomani della strage di Piazza Fontana, additati come responsabili dell’attentato e dipinti come personaggi sanguinari e grotteschi, Pietro Valpreda in primis. La sera dopo i funerali di Pino Pinelli, a cui Zavanella e Lazzarini avevano partecipato di persona, i quattro si trovarono perciò al circolo “Gaetano Bresci” di Mantova e diedero origine alla prima stesura della canzone sulle note de “Il feroce monarchico Bava”, canto anarchico di fine Ottocento che ricordava i moti del pane del 1898 a Milano, “sedati” a colpi di cannone dal generale Bava Beccaris. La “Ballata” riscosse successo negli ambienti di sinistra mantovani – che pure in un primo momento avevano in parte ceduto al clima di sospetto verso gli anarchici – e si diffuse velocemente nel resto del Paese, accompagnando i volantini, le inchieste e tutte le iniziative che riusciranno poi ad affermare la verità che Pinelli non si era suicidato, che Valpreda era innocente e che la strage era di Stato. -
Memoriale di Sergio Ardau
Documento di Sergio Ardau in cui ricostruisce le ultime ore passate con Giuseppe Pinelli, a partire dalle ore 19.00 del 12 dicembre 1969 quando egli e Pinelli vennero condotti in Questura dal circolo anarchico di via Scaldasole 5, fino a quando Ardau verrà trasferito al carcere di San Vittore. Dalla sua testimonianza emerge come i poliziotti fossero già convinti, poco dopo lo scoppio della bomba in Piazza Fontana, che l’esecutore dell’attentato fosse Pietro Valpreda. -
"Da oltre due mesi, in moltissime città, si sono tenute assemblee come questa"
Bozza di un intervento di Luciano Lanza per le iniziative di "processo popolare allo Stato italiano", tenute all'inizio del 1981 in seguito alla richiesta della condanna all'ergastolo per Valpreda nel corso del processo d'appello per la strage di Piazza Fontana, fatta sulla base della teoria degli "opposti estremismi". -
"Quale significato ha processare lo stato?"
Bozza di un intervento di Luciano Lanza per l'iniziativa di "processo popolare allo Stato italiano", tenuta il 25 gennaio 1981 al cinema Anteo. -
Bollettino di controinformazione democratica, anno 1 n. 2
Ritaglio stampa dal «Bollettino di controinformazione democratica» del 7 giugno 1970. Sono state selezionate alcune pagine della testata che trattano delle attività del gruppo di estema destra MAR (Movimento di Azione Rivoluzionaria), dell’archiviazione del caso della morte di Pinelli (analizzando i punti oscuri delle ricostruzioni ufficiali) e del processo “Calabresi-Lotta Continua”. -
Inamovibile Russomanno combattente del “Terzo Reich”
Ritaglio stampa dal «Bollettino di controinformazione democratica» del 2 giugno 1974. È evidenziato in particolare un articolo riguardante Silvano Russomanno e la sua carriera all’interno dei servizi segreti, nonostante la sua passata adesione ad un battaglione delle SS, in cui combattè dal 1943 al 1945. -
Manifestazione per Valpreda
Alcuni anarchici sfilano in corteo mostrando un opuscolo di controinformazione sulla strage di Stato e l'innocenza di Pietro Valpreda e il n. 10 (febbraio 1972) di "A Rivista anarchica". (Manifestazione probabilmente in corrisponenza all'inizio del processo di primo grado a Roma per la strage di Piazza Fontana con imputati Valpreda, Borghese, Gargamelli) -
Banchetto di "A Rivista anarchica"
Milano, banchetto di controinformazione e di vendita della testata "A Rivista anarchica". -
"Valpreda innocente, liberiamo Valpreda"
Manifesto realizzato dal Comitato Valpreda nell'ottobre 1971 per la campagna per l'innocenza di Pietro Valpreda. Il manifesto è stato distribuito come supplemento al n. 7 della testata "A Rivista anarchica". -
"Pinelli non si è suicidato, Valpreda è innocente"
Manifesto realizzato dall'OAM (Organizzazione Anarchica Milanese) nei primi mesi del 1970 per la campagna di controinformazione sulla strage di Stato, per l'innocenza di Pietro Valpreda e per la verità sulla morte di Giuseppe Pinelli. -
Scritte murali per Pinelli e Valpreda
Scritte murali di protesta in via De Amicis a Milano che ripetono gli slogan della campagna di controinformazione sulla strage di Piazza Fontana: "Pinelli è stato assassinato", "Valpreda è innocente". -
"La pista tricolore"
Manifesto realizzato dall'OAT (Organizzazione Anarchica Triveneta) nei primi anni Settanta. Il manifesto fa parte della campagna di controinformazione sulla Strage di Stato e per l'innocenza degli anarchici accusati della strage di Piazza Fontana: Valpreda, Borghese, Gargamelli. Primo manifesto serigrafato presso il circolo anarchico "Nestor Machno" di via dei mutilati del lavoro 23 a Marghera. -
Manifesto Comitato Anarchico di Controinformazione
Manifesto realizzato dal Comitato Anarchico di Controinformazione sulla Strage di Stato in cui, avendo identificato in Freda e Ventura gli esecutori materiali della strage di Piazza Fontana, si chiede di fare luce sulle responsabilità di alte cariche dello Stato. -
Manifesto per Pietro Valpreda
Manifesto realizzato dai membri del circolo anarchico di via Ravenna 3 di Torino per la campagna per l'innocenza di Pietro Valpreda e di controinformazione sulla strage di Piazza Fontana. Il manifesto riporta uno degli slogan della campagna: "Valpreda è innocente, la strage è di Stato". -
Manifesto OAM per la liberazione di Valpreda
Manifesto realizzato dall'OAM (Organizzazione Anarchica Milanese) il 30 ottobre 1971 per la campagna per l'innocenza e la liberazione di Pietro Valpreda e per la campagna di controinformazione sulla strage di Stato. -
Luigi Manconi
Testimonianza lasciata da Luigi Manconi il 13 luglio 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Luigi Manconi ripercorre e ricostruisce le prime faticose fasi delle inchieste per la verità sulla strage di Piazza Fontana e sulla morte di Pinelli. Mentre alcune parti del movimento (come alcuni esponenti del Movimento Studentesco) non escludevano la possibilità di un coinvolgimento degli anarchici negli attentati, e quindi recepivano in qualche misura la narrazione ufficiale dei fatti a cui gran parte dei media si era immediatamente allineata, altri, come Lotta Continua (cui Manconi aderiva) e alcuni importanti giornalisti (vengono ricordati Silvana Mazzocchi, Marco Nozza, Guido Nozzoli, Corrado Stajano, Camilla Cederna, Marco Sassano, Marco Fini, Massimo Fini, Piero Scaramucci) si rendevano subito conto delle incongruenze e stonature che essa presentava e si attivavano per indagare il più a fondo possibile. Un altro importante gruppo di persone che si espose contro la "pista anarchica" e per aiutare la famiglia Pinelli fu quello degli assistenti e studenti dell'Università Cattolica vicini all'area dei "cattolici del dissenso" (di cui si ricordano Bruno Manghi, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Luisa Muraro, Marino Livolsi, Roberto Moscati) legati a Licia (e Pino) da un rapporto di amicizia personale scaturito dalla sua attività di battere a macchina i manoscritti dei loro testi accademici. Manconi partecipò ai funerali di Giuseppe Pinelli, dove ricorda di aver ascoltato per la prima volta l'ormai celebre canzone "Ballata per l'anarchico Pinelli", intonata da un gruppo di anarchici mantovani (Ugo Zavanella, Giancorrado Barozzi, Dado Mora) che l'avevano composta nell'immediatezza dei fatti. Furono presenti alla tumulazione alcuni importanti intellettuali dell'epoca, come Vittorio Sereni, Franco Fortini, Giorgio Cesarano, Marco Forti, Giovanni Raboni. L'ultima tappa del racconto di Manconi, anche se certo non l'ultima del suo coinvolgimento e impegno nelle campagne di controinformazione per la verità sulla strage e sulla strategia della tensione, è l'incontro con Marco Ligini avvenuto insieme a Piero Scaramucci, da cui scaturirà la collaborazione al libro-inchiesta "La strage di Stato", per il quale scriverà a quattro mani (con Piero) la parte su Giuseppe Pinelli. Il libro, uscito a soli sei mesi dai fatti del dicembre 1969, avrà un successo dirompente presso l'opinione pubblica e la tesi centrale che esso sosteneva, ovvero il diretto coinvolgimento di alcuni settori e apparati dello Stato negli attentati e nel depistaggio delle indagini, troverà dopo molti anni una conferma ufficiale. La strage di Piazza Fontana e la morte di Pinelli, avvenuta mentre si trovava illegalmente in stato di fermo all'interno di una struttura dello Stato, hanno rappresentato per Manconi il momento della "perdita dell'innocenza" per i movimenti del '68-'69; nonostante lo scontro con la vecchia società per il cambiamento presentasse già da entrambe le parti alcuni aspetti di crudezza, egli identifica in quei fatti il momento emblematico della presa di coscienza che quella lotta veniva condotta dal potere al di fuori di qualsiasi limite o mediazione. -
Massimo Varengo e Mariella Bernardini
Testimonianza lasciata da Massimo Varengo e Mariella Bernardini l'11 settembre 2020 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Massimo e Mariella raccontano la propria "storia militante", iniziata in ambito studentesco e continuata poi nel contesto universitario milanese, in particolare al Politecnico e all'Accademia di Brera. Dopo l'assassinio di Pinelli e l'arresto di Pietro Valpreda, ingustamente accusato di aver eseguito la strage di Piazza Fontana, si dedicano con particolare impegno alla campagna per la liberazione di quest'ultimo e alla controinformazione sulla "strage di Stato". Le campagne avranno il loro effetto sull'opinione pubblica e saranno tra i fattori che porteranno alla scarcerazione di Valpreda, se pure in regime di libertà provvisoria, nel 1972. La controinformazione non veniva effettuata solo dai militanti milanesi, ma da una rete anarchica diffusa, di cui vengono ricordati in particolare Antonio Cardella di Palermo, uno dei fondatori del Comitato Politico-Giuridico di Difesa. L'attività controinformativa di Mariella e Massimo proseguirà seguendo altri casi di eclatanti "ingiustizie di Stato" (come quelli di Giovanni Marini e Franco Serantini), strutturandosi nel Comitato Anarchico di Difesa della Federazione Anarchica Italiana. -
Il processo di Milano
Ritaglio stampa da «L'Internazionale» del 1 novembre 1970. -
Adriano Sofri
Testimonianza lasciata da Adriano Sofri il 19 marzo 2019 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Marcello Flores. Adriano Sofri affronta una riflessione sulle conseguenze che la strage di Piazza Fontana, la morte di Pinelli e i successivi attentati hanno avuto sul modo di pensare della gente e sulle modalità di azione dei militanti politici. Questo si è ad esempio concretizzato nella creazione di una corrente sempre più "specializzata" di attivismo politico, che prenderà il nome di "controinformazione", dedicata a indagare in maniera indipendente sui fatti e a sottoporre a critica le ricostruzioni e le informazioni provenienti dagli ambini istituzionali. Dall'altro lato si è anche prodotto un diffuso senso di sfiducia nei confronti delle autorità e di costante allerta nei confronti di possibili cospirazioni, che in alcuni casi è potuto sfociare nell'eccesso della sopravvalutazione di volontà cospiratorie o dell'effettiva estensione di complotti e depistaggi. Tuttavia, grazie anche a questo incessante lavoro, si è arrivati oggi, secondo Sofri, a una situazione in cui non è possibile indagare oltre, ovvero dove i fatti della strategia della tensione, i depistaggi avvenuti, gli autori degli attentati sono noti ed è possibile raggiungere un notevole livello di comprensione di ciò che è avvenuto. -
Enrico Maltini
Testimonianza di Enrico Maltini, raccolta il 15 febbraio 2014 per il documentario "Il segno del capro" (di Fabiana Antonioli, prodotto da FILMIKA). Enrico Maltini racconta del suo avvicinamento al movimento anarchico attraverso il circolo "Wilhelm Reich" prima e il "Sacco e Vanzetti" poi, la conoscenza di Giuseppe Pinelli e Cesare Vurchio, la conferenza stampa degli anarchici immediatamente successiva alla morte di Pinelli dove è stato coniato lo slogan "Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di Stato". -
La Strage di Stato
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Le bombe dei padroni. Processo popolare allo stato italiano nelle persone degli inquirenti per la strage di Milano