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Del Corno, Nicola
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Michele Achili
Testimonianza lasciata da Michele Achilli il 28 dicembre 2021 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Nicola Del Corno. In un dialogo con Nicola Del Corno, Michele Achilli, all'epoca deputato del Partito Socialista, racconta dei suoi legami con il circolo anarchico "Sacco e Vanzetti" di viale Murillo, che in quegli anni forniva al suo gruppo una sede in cui riunirsi, oltre che dei rapporti con gli anarchici e dell'immediata presa di posizione contro la tesi che li voleva responsabili degli attentati, all'indomani della strage di piazza Fontana. In particolare, aiutò i membri della sezione Ticinese del Partito Socialista milanese a coordinare una raccolta di sottoscrizioni per la famiglia di Giuseppe Pinelli, in seguito al suo assassinio. -
Gianni De Martino
Testimonianza lasciata da Gianni De Martino il 19 gennaio 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Nicola Del Corno. Appartenente al gruppo "Mondo Beat", De Martino racconta dei fermenti contestatari che si andavano diffondendo a Milano tra il 1966 e il 1967, del movimento Beat e di quello antimilitarista collegato in particolare alle proteste contro la guerra del Vietnam. Tra i pochi punti di contatto tra i "capelloni" e il mondo anarchico ci fu Giuseppe Pinelli, che proprio al gruppo "Mondo Beat" insegnò l'uso del ciclostile in modo che potessero stampare il loro giornale, il cui primo numero vide la luce all'interno del circolo anarchico "Sacco e Vanzetti". Altre figure ricordate da De Martino sono Fernanda Pivano e Giangiacomo Feltrinelli. -
Goffredo Fofi
Testimonianza lasciata da Goffredo Fofi il 9 febbraio 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti", in occasione di un incontro organizzato dal Centro Studi Libertari e dall'Istituto Nazionale Ferruccio Parri presso la Casa della Memoria a Milano. Goffredo Fofi racconta della sua partecipazione ai funerali di Pinelli, e più largamente tratteggia un quadro dell'Italia degli anni Sessanta e Settanta, un'Italia di impegno civile, in fermento; poi, l'improvviso irrompere delle stragi come sorta di atto di una guerra civile non dichiarata contro i movimenti e le nuove concezioni di vita sociale e politica che si andavano diffondendo. Giuseppe Pinelli si viene a trovare al centro di questo snodo e la campagna per la verità sulla sua morte finisce per fungere come una sorta di catalizzatore di queste istanze di cambiamento. -
Matteo Guarnaccia
Testimonianza lasciata da Matteo Guarnaccia il 16 marzo 2018, raccolta insieme a Nicola Del Corno. Molto giovane all'epoca dei fatti, Guarnaccia conserva tuttavia un ricordo molto vivo di Pino Pinelli e della sua apertura alle giovani generazioni e alle loro "stravaganze"; da qui si compone un affresco personale molto interessante della Milano di quegli anni, della difficoltà di trovare spazi di espressione per modi di vita alternativi, del clima che si respirava prima e dopo i giorni delle bombe.