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Archivio Testimonianze
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Matteo Guarnaccia
Testimonianza lasciata da Matteo Guarnaccia il 16 marzo 2018, raccolta insieme a Nicola Del Corno. Molto giovane all'epoca dei fatti, Guarnaccia conserva tuttavia un ricordo molto vivo di Pino Pinelli e della sua apertura alle giovani generazioni e alle loro "stravaganze"; da qui si compone un affresco personale molto interessante della Milano di quegli anni, della difficoltà di trovare spazi di espressione per modi di vita alternativi, del clima che si respirava prima e dopo i giorni delle bombe. -
Goffredo Fofi
Testimonianza lasciata da Goffredo Fofi il 9 febbraio 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti", in occasione di un incontro organizzato dal Centro Studi Libertari e dall'Istituto Nazionale Ferruccio Parri presso la Casa della Memoria a Milano. Goffredo Fofi racconta della sua partecipazione ai funerali di Pinelli, e più largamente tratteggia un quadro dell'Italia degli anni Sessanta e Settanta, un'Italia di impegno civile, in fermento; poi, l'improvviso irrompere delle stragi come sorta di atto di una guerra civile non dichiarata contro i movimenti e le nuove concezioni di vita sociale e politica che si andavano diffondendo. Giuseppe Pinelli si viene a trovare al centro di questo snodo e la campagna per la verità sulla sua morte finisce per fungere come una sorta di catalizzatore di queste istanze di cambiamento. -
Gianni De Martino
Testimonianza lasciata da Gianni De Martino il 19 gennaio 2018 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti", raccolta insieme a Nicola Del Corno. Appartenente al gruppo "Mondo Beat", De Martino racconta dei fermenti contestatari che si andavano diffondendo a Milano tra il 1966 e il 1967, del movimento Beat e di quello antimilitarista collegato in particolare alle proteste contro la guerra del Vietnam. Tra i pochi punti di contatto tra i "capelloni" e il mondo anarchico ci fu Giuseppe Pinelli, che proprio al gruppo "Mondo Beat" insegnò l'uso del ciclostile in modo che potessero stampare il loro giornale, il cui primo numero vide la luce all'interno del circolo anarchico "Sacco e Vanzetti". Altre figure ricordate da De Martino sono Fernanda Pivano e Giangiacomo Feltrinelli. -
Paolo Finzi
Testimonianza lasciata da Paolo Finzi il 30 novembre 2017 per il progetto "Giuseppe Pinelli: Una storia soltanto nostra, una storia di tutti". In questa lunga testimonianza, Paolo Finzi racconta del suo avvicinamento al movimento anarchico, avvenuto tramite l'edicola di Augusta Farvo e la conoscenza di Giuseppe Pinelli. Nel suo ricordo, emergono diversi episodi significativi che descrivono il mondo che si muoveva intorno a Pinelli e a tanti altri che hanno vissuto gli anni della contestazione e delle bombe dall'interno del movimento anarchico. Come gli arresti e interrogatori di massa che seguirono la strage di Piazza Fontana, esperienza in cui lo stesso Finzi si trovò coinvolto. -
Marino Livolsi
Testimonianza lasciata da Marino Livolsi il 16 novembre 2017 per il progetto "Giuseppe Pinelli: una storia soltanto nostra, una storia di tutti". Livolsi, sociologo, docente universitario, presidente di Società Umanitaria, ci racconta tra le altre cose di casa Pinelli, della conoscenza di Licia tramite il suo lavoro di dattilografa, della vita familiare che spesso e volentieri comprendeva visite degli amici e discussioni. Inoltre, ci parla dei delicati rapporti che intercorrevano tra alcune delle anime che andavano a comporre le campagne per la verità su Pinelli e per la liberazione di Valpreda. Ha anche promosso e curato la realizzazione del libro "Dopo" di Licia Pinelli (ed. dell'Enciclopedia delle Donne, 2015), in cui sono contenute le memorie della sua vita successivamente alla morte di Pino. -
Roberto Moscati
Testimonianza lasciata da Roberto Moscati il 14 novembre 2017. Moscati, all'epoca dei fatti studente e assistente presso l'Università Cattolica di Milano, in seguito docente di Sociologia presso diverse università italiane, racconta dell'incontro con Pino Pinelli, la loro amicizia, il comune attivismo nel movimento per l'obiezione di coscienza alla leva. Al momento della morte di Pino, Moscati si trovava negli Stati Uniti, e ci parla un po' della ricezione delle notizie dall'Italia in un momento in cui negli Stati Uniti era fortissima la mobilitazione civile contro la guerra in Vietnam. -
Pippo Gurrieri
Testimonianza lasciata da Pippo Gurrieri il 24 settembre 2017. Gurrieri racconta della forte impronta lasciata da Giuseppe Pinelli nell'ambiente di lavoro in ferrovia anche ad anni dalla sua scomparsa, e condivide il proprio vissuto degli anni di piazza Fontana e la loro "eredità". -
Claudia Pinelli, Silvia Pinelli
Intervista a Claudia e Silvia Pinelli, realizzata il 28 febbraio 2015 per il documentario "Il segno del capro" (di Fabiana Antonioli, prodotto da FILMIKA). In questa intervista, Claudia e Silvia riflettono sulle proprie memorie e ripercorrono storie di famiglia. Le sorelle raccontano della giovinezza dei genitori, Licia e Pino, della propria infanzia e del giro di amicizie che frequentavano casa Pinelli (tra cui Cesare Vurchio), del ruolo dei nonni nella vita famigliare prima e dopo la tragica morte del padre. L'intervista raccoglie anche una serie di considerazioni di Silvia e Claudia su alcuni avvenimenti, come l'invito al Quirinale rivolto a Licia nel 2009 da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, o il fatto che la prima edizione del libro intervista "Una storia quasi soltanto mia" (pubblicata da Mondadori nel 1982) fosse rimasta quasi del tutto esclusa dalla distribuzione e destinata in poco tempo al macero; altra questione con cui le due Pinelli si confrontano è quella della presenza delle due lapidi in commemorazione del padre presenti in piazza Fontana, una posta dal Comune e l'altra dagli anarchici. Si ringrazia Fabiana Antonioli per aver fornito e permesso la diffusione di questo materiale. -
Enrico Maltini
Testimonianza di Enrico Maltini, raccolta il 15 febbraio 2014 per il documentario "Il segno del capro" (di Fabiana Antonioli, prodotto da FILMIKA). Enrico Maltini racconta del suo avvicinamento al movimento anarchico attraverso il circolo "Wilhelm Reich" prima e il "Sacco e Vanzetti" poi, la conoscenza di Giuseppe Pinelli e Cesare Vurchio, la conferenza stampa degli anarchici immediatamente successiva alla morte di Pinelli dove è stato coniato lo slogan "Valpreda è innocente, Pinelli è stato assassinato, la strage è di Stato". -
Antonio Cardella
Testimonianza di Antonio Cardella, raccolta il 15 dicembre 2009 da Alberto La Via per essere proiettata durante un convegno organizzato presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Palermo e presso alcune scuole superiori a cura del gruppo anarchico "Alfonso Failla" di Palermo. Antonio Cardella, economista, giornalista, militante della Federazione Anarchica Italiana, racconta - tra le altre cose - del suo arresto a Milano il 12 dicembre 1969, dove si era precipitato, da Palermo, non appena avuta notizia della strage di Piazza Fontana. Racconta dell'amicizia con Giuseppe Pinelli e della fondazione del Comitato Politico-Giuridico di Difesa in seguito alla sua morte, per portare avanti campagne di controinformazione e difendere gli anarchici ingiustamente accusati della strage e degli altri attentati. Durante il "processo di Catanzaro", giunse a una fase avanzata di organizzazione un "processo parallelo" itinerante da tenersi nelle piazze delle città, che ricevette alcune importanti attenzioni a livello internazionale. Purtroppo quest'iniziativa non arriverà a concretizzarsi. -
Cesare Vurchio
Testimonianza di Cesare Vurchio, raccolta per il documentario "Quando l'anarchia verrà", pubblicato nel 2009. Cesare Vurchio è stato compagno di militanza di Giuseppe Pinelli nel gruppo anarchico "Bandiera Nera" e in seguito fu tra i fondatori del Centro Studi Libertari. Cesare racconta dell'attività politica con Pinelli, dell'amicizia, del rapporto tra Pino e il commissario Calabresi, fino agli ultimi tragici giorni della vita di Giuseppe Pinelli.